Le case di Venezia sono diverse : una grande cucina , alcune ampie camere per ospitare i sonni di nonni , genitori , figli , famiglie numerose che non lasciavano spazio per arredarle con salotti , studi , sale da pranzo , un unico bagno con gli accessori essenziali sistemati a mò di puzzle 🧩, e grandi SOFFITTE e CANTINE , per contenere quelle piccole grandi cose , dei "tesori " passati , presenti e non si sa mai , anche del futuro .
" Na volta se conservava , se giustava , se tigniva anca per rispetto de chi che gaveva comprà o fatto quee robe "
Amo profondamente questi verbi : conservare , aggiustare , tenere, anche per rispetto di chi ha lasciato un significato ad alcune cose e amo le incursioni nella mia soffitta e cantina , e ogni volta che cerco qualcosa , ne trovo sempre altre che mi suscitano un sorriso .
Ultimamente ho ritrovato un sacchettino con alcune fascette lavorate da mia mamma .
" Ti , ti xe quea dell'ultimo secondo , tuto in furia sempre . "
Spiego .
Con una cara collega della scuola don Milani a Villaggio Laguna , avevo seguito un Itinerario di Teatro delle Ombre e la voglia di provare con i bimbi era molta . Per Natale abbiamo preparato una rielaborazione della Bella e la Bestia . Un lenzuolo bianco di cotone , una corda per appenderlo , un vecchio proiettore . Poi i bambini in tuta da ginnastica e le sagome di cartoncino , circa 15 cm ognuna , dei vari personaggi della storia : Bella , Bestia , Gaston , Rosa , Candelabro … tutto bene ma non benissimo perché le fettucce che avrebbero dovuto tenere le sagome dei personaggi , sulle teste dei bimbi , NON REGGEVANO .
Scendevano , si slacciavano , si spostavano . Ad ogni minimo movimento dei nostri piccoli attori delle ombre , c’era qualcuno che interrompeva le prove : " Maestra NON MI STA , SI SPOSTA , MI CADE " .
E provare con il nastro bi-adesivo ? Peggio mi sento .
Al corso sul Teatro delle Ombre , noi insegnanti avevamo delle sagome già preconfezionate su calotte da indossare , e non ci era venuto da chiedere qualche strategia da adottare con i bambini .
In verità , mi era sembrato semplice da trovarne una : nastrini , fettucce , elastici … NO !
A cena ne parlo a casa , anche con un po’ di amarezza , perché era tutto ben concertato e i bambini erano entusiasti …
" Ma per quando te servaria sta soiusion ? "
- Per il 22 dicembre .
" Ti vol dir fra do giorni ? , perchè mi na mezza idea ea go . "
Ed ecco l'idea vincente ,
30 fascette lavorate in fretta , con lana della famosa riserva di mamma Bruna da far indossare sulla fronte ai bimbi e pinzare la sagoma del personaggio da mimare .
" Varda che e xe de misure diverse , perché i fioi non ga ea stessa misura de testa . Ti e ea Marisa , dove provarle cussì se sicure che e sta fisse . "
Queste fascette mi hanno accompagnato per molte altre rappresentazioni e giochi , in altre scuole :
alla Pascoli di Campalto , alla Charlie Chaplin a Mira , alla Visintin e alla Grimani di Marghera , a Villanova Malafesta, alla Duca D'Aosta alla Giudecca , anche in Parrocchia , nell'ora di Catechismo .
Ora le guardo , poi le ripongo nello stesso contenitore dove le ho trovate perché le soffitte servono a questo , sono scrigni di ricordi emotivi .
" Ti fa ben , tanto PAN NO I DOMANDA . "
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