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sabato 9 novembre 2024

Nonno Guglielmo e il Mulino Stucky







Ed è sempre un piacere ammirarlo . 


Un po’ Castello , un po’ Rocca che si erge dalla Laguna  , vedetta che controlla l'azzurro del mio Canale preferito , il Canale della Giudecca . 

E sì è proprio bello , un po’ gotico , un po’ medioevale , almeno così lo vedo io , una bella pennellata rosso mattone che si evidenzia tra gli azzurri del cielo e della Laguna. 


Un po’ la Storia la conosco . Hans , dalla Svizzera , giunse a piedi a Treviso . Lavorò per alcuni anni in uno dei mulini che si trovavano lungo il Sile  e il suo lavoro divenne anche la sua "vocazione " di Mugnaio . 

Da Treviso , Hans Stucky , arrivò a Venezia , si innamorò della città e di Domenica , che divenne sua moglie e con lei ebbe il figlio Giovanni . Abitavano a Cannaregio ed è da lì che parti la sua carriera di imprenditore ristrutturando la chiesa di San Girolamo , in mulino . Il campanile diventò una ciminiera e piano piano gli affari prosperavano . 

Fu il figlio Giovanni , che prese in mano l'impresa del padre , la spostò alla Giudecca e fece erigere il Mulino Stucky . 


Giovanni Stucky subì un attentato che gli costò la vita mentre si festeggiavano i 25 anni della felice attività del Mulino . Il figlio Giancarlo , successe al padre , ma non ha avuto la stessa abilità né del nonno Hans , né del padre Giovanni e l'attività del Mulino piano piano cessò . 


Bene , io ho un'altra storia che avvicina la mia famiglia al Mulino Stucky .


Nonno Guglielmo , non partì a piedi dalla Svizzera , ma come Hans Stucky  , a Treviso lavorò in un mulino lungo il Sile . 

Dopo qualche anno , anche nonno , come Hans , sentì il richiamo di Venezia , forse delle migliori prospettive economiche , che avrebbero potuto  aiutarlo a crescere i suoi cinque figli e con alcuni compagni mugnai trevigiani , chiese di essere assunto al Mulino Stucky che si stava ingrandendo e cercava lavoranti . 


Alba Chiara , mi ha raccontato che per molti mesi , con un BIROCCIO , ( Giancarlo Cunial , un amico di tastiera mi ha confermato il termine , di questo mezzo di trasporto , trainato da un cavallo ) e in in 4/5 compagni di lavoro , hanno percorso  il Terraglio , seduti su cassette della frutta , sistemate a mò di posti a sedere  , sul carretto del biroccio che era privo di sedili . A San Giuliano , che è un po’ la porta , tra Mestre e Venezia, poi una barca traghettava i mugnai di terraferma , alla Giudecca , al posto di lavoro . 


L'imprenditore Giovanni Stucky , forse rendendosi conto , che risiedendo a Venezia , gli operai avrebbero potuto avere più energie per lavorare  , riuscì ad ottenere degli alloggi popolari per i mugnai che avessero accettato di trasferirsi . 


Proprio come Hans Stucky , nonno Guglielmo si trasferì con tutta la famiglia , a Venezia , non a Cannaregio , ma a Castello in Via Garibaldi , poi a Santa Marta , un quartiere in costruzione , proprio di fronte al Mulino Stucky . 


Lasciare Treviso , con tutti i figli piccoli , il maggiore di 6 anni , non è stato facile . Quel giorno , il BIROCCIO , ha trasportato la famiglia , due valige e qualche sacco di iuta con le poche suppellettili che avevano . È iniziata così l'avventura veneziana della mia famiglia . 

Papà ha frequentato tutte le scuole a Venezia , di Treviso aveva pochi ricordi , e il solo rimpianto di non poter correre in bicicletta , nonna invece era contenta perché almeno un piatto di pasta , ogni giorno ha potuto metterlo in tavola , infatti oltre a dei pacchi di pasta in omaggio , che ricevevano gli operai , durante alcune festività , potevano portarsi a casa gli scarti , della pasta che si rompeva . La nonna diceva che spesso faceva la pasta Tutakanem , perché nel piatto ne metteva vari tipi , ma pasta è pasta , e bastava a saziare i suoi figli . 


E niente , quel Castello un po’ gotico , un po’ medioevale , arroccato sulle onde del Canale della Giudecca è anche un po’ emotivamente mio , di questo un po’ mi vanto e ricordo che con gratitudine , Alba Chiara , diceva : 


" Oltre alla pastasciutta Tutankamen , con la carta blu , delle confezioni degli spaghetti lunghi lunghi , foderavo i cassetti , i quaderni e i libri , di tuo papà e dei tuoi zii . " 


Fotografare il Mulino è fermare un po’ Storie di Vita , che si sono incrociate  , si sono soffermano e poi sono andate avanti . 

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