Qualcuno ha detto : la mente è la pazza di casa ed è proprio così . Gira , trasforma , trasporta , sposta il nostro pensiero pur facendoci rimanere nell'occupazione in cui ci si trova . Almeno per me è così.
Ieri stavo riponendo la Tovaglia bianca delle Feste . Eh sì , perché Natale è pur sempre Natale e anche se l'abbiamo festeggiato noi tre , abbiamo voluto farlo alla grande , sulla tavola allungata , con una tovaglia speciale , per noi nuovissima , ma che ha visto molti Natali passati e molte occasioni da festeggiare . È la tovaglia di nonna Anna Maria , della sua dote . Di quando si preparava il corredo e si siglava con le iniziali della futura sposa . Che belle queste personalizzazioni , a me piacciono moltissimo . Porre la sigla su un lavoro eseguito a mano ne offre il giusto valore .
Controllando il bianco della tovaglia , ho ripensato ad un'espressione che usava mia nonna , quando stendeva soddisfatta il suo bucato :
" El se beo bianco come un dente de can ? "
Io so a che cosa si riferisse Alba Chiara … ad un fiore molto bello , che assomiglia ai ciclamini e me l'ha pure indicato molti anni fa , durante le nostre vacanze in montagna a Crespano del Grappa .
Il Dente di Cane , una corolla di un bel bianco candido che illuminava il sottobosco e che era piacevole da scorgere , durante le nostre passeggiate .
Bello paragonare il bucato candido ad un fiore … e di fiore in fiore e di bucato in bucato , sono arrivata ad una fotografia che ho sempre visto in casa , e che ha sempre suscitato l'esclamazione :
" Varda come che spicca quea roba , ea se bianca come un dente de can ".
Una foto di circa cento anni fa , due signore ( quella di spalle , la nonna mi diceva che era la Pina ) che scambiavano due chiacchiere in fondamenta delle Terese , di fronte , la Casa dei Sette Camini , sullo sfondo il Cotonificio Veneziano ora Università .
Ho iniziato da una tovaglia da riporre , sì , l'ho riposta e ho faticato un po’ a fermare la mente .
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