Corsi e ricorsi della Storia anche calcistica .
E se a a fine campionato , ricamassi un nuovo quadretto a punto croce, COME QUESTO ?
Sto pensando che ...
Mi Piacerebbe PROPRIO .
Per Mr.Wilson , basta capellino di lana ora , con il cambio-armadi , si cambia .
Per Aprile , devo dire , che qualche difficoltà nel decidere il colore , l'ho avuta . Molti giorni grigi , piovosi , freddi … nulla a che vedere , con i colori pastello che per me , hanno sempre rappresentato e colorato i giorni di questo mese . Poi una illuminazione , anzi uno scorcio straordinario :
Un Glicine che sembra nascere dalle acque del Canal Grande .
Sì ! La mia collana di Aprile è questa , un leggero glicine uscito da un avanzo di lana e dal mio uncinetto .
Un altro momento dedicato allo SPECIALE NIENTE CREATIVO , che però diventerà una colorata collana scalda collo , a 12 fili .
Le solite 120 catenelle e 3 maglie alte in ogni catenella sottostante .
Dopo giorni piovosi e grigi , finalmente un po’ di sole e un po’ più tiepido , ecco la vita .
Ricordo la prima volta che ho visto e ho avuto consapevolezza di quanto i papaveri fossero fiori straordinari e liberi di crescere su campi sterminati , su piccoli spazi di , terra , persino su muretti , tra pietra e pietra . Certo non in vaso , non da comprare recisi , neppure dal miglior fioraio .
Era giugno , e trascorrevo qualche settimana di vacanza a Crespano del Grappa . Vicino a casa , c’era un vasto campo di grano e quelle pennellate di colore , giallo e rosso hanno imprigionato al bello , le mie emozioni .
Poi ho avuto anche una spiegazione scientifica di questo .
Mentre io e la figlia , mia coetanea , del nostro affittuario , correvamo tra le spighe , raccogliendone a mazzi , tra quelle che il signor Gino , tagliava con una falce lucente , lui ci spiegava che c'era una Logica Naturale , per cui i papaveri crescessero in abbondanza tra le spighe :
- Il loro colore fiammeggiante , attirava gli insetti , naturali nemici di alcuni parassiti del grano , proteggendolo .
Non ricordo il nome ne degli insetti , protettori delle spighe , ne dei nemici del grano , ma mi ha fatto riflettere sui disegni saggi , che la Natura esegue per far perpetuare la Vita .
Più guardo le foto dei miei genitori del giorno delle nozze , più li trovo bellissimi e cerco di individuare le loro emozioni , la loro felicità .
È bello riconoscere la gioia nel loro progetto di famiglia perché è da quella gioia che siamo nati noi .
Conosco abbastanza retroscena dei preparativi di questo matrimonio , la mamma è sempre stata ricca di racconti e spesso , guardando assieme le foto mi ha illustrato particolari , scene , situazioni in modo così simpatico , che da bambina ho avuto la percezione di esserci stata anch'io o in qualche modo di averlo visto ... Forse era solo la presunzione infantile , di pensare : " Ma come , avete fatto tutto questo senza di noi ? Chissà , forse un po' e un po' .
- Mamma , perché non ti sei sposata in vestito da sposa ? -
" Come saría , te par che sia vestìa come ? Na fìa soeo go e anca insemenia !”
Mamma ha ragione , io la pensavo vestita da principessa con il vestito tutto pizzo e tulle , invece lei non indossava neppure il velo , ma tutto in linea con la sua personalità e la mentalità del periodo .
Si era fatta confezionare il completo in una sartoria specializzata in abiti da sposa , in Ruga Rialto , " Pugi " mi sembra fosse questo il nome dell'atelier . Ci teneva al bianco e l'ampio soprabito lo dimostra , poi nero , si l'abito che ha indossato era nero , gonna e giacchino neri, le foto lo testimoniano in tutta la sua eleganza . Le scarpe comprate dal Calzaturificio di Varese bianche con un filino di nero per accompagnare il completo .
" Ma te par che podesse vestirme come na bambola lenci aea me età ? "
Già , perché mamma si è sposata a 29 anni , una sposa attempata ...
Il vestito del papà usciva da una sartoria vicino al Ponte dei Greci
" Un sartor da omo dei megio "
La distinzione tra sarto da uomo e sarta da donna un segno del tempo insieme a molti altri che sembrano lontanissimi eppure a volte mi sembrano appena svoltati l'angolo ...
Il papà ora starà pensando che sto raccontando troppo di voi . Lui è riservato , ma nei suoi occhi azzurri , sicuramente qualche lucina gli si accende per la soddisfazione del ricordo che continua ad unirci .
Buon anniversario mamma e papà , stiamo festeggiando insieme .
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Oggi è proprio il vostro Anniversario Vero , ma io ho ancora voglia di raccontare il vostro matrimonio non vero perché impossibile parlare di matrimonio VERO senza riproporre quello FINTO , perché è troppo speciale , Voi siete Speciali .
Il papà starà ANCORA UNA VOLTA pensando che sto raccontando troppo di voi . Lui è riservato , ma nei suoi occhi azzurri sicuramente qualche lucina gli si accende per la soddisfazione del ricordo che continua ad unirci . La mamma poi, gli starà già dicendo :
- Assa che ea conta , se ea verità e dea verità no se ga mai da aver paura de dirla . -
E infatti non ho paura , e racconto la Storia di quello che è diventato " El matrimonio da posta , co Gianquinto " che aveva anche la fascia tricolore ma - mi no go voesto gnanca comprar e fedi, perché per un matrimonio da posta , che no conta no e serviva . "
Un Matrimonio che NON conta .
Più di tre decenni fa, primi giorni di dicembre , Comune di Venezia , il cuore gonfio di dolore , un foglio con scritti i certificati da richiedere per la reversibilità della pensione di papà , per il passaggio a mamma Bruna . Mi sembra di fare tutto fuori dal mio corpo .
Papà non può essere diventato un certificato , un foglio bianco con una data , qualche riga battuta a macchina e un timbro .
Cambio sportello , ora devo richiedere il certificato originale di matrimonio :
Renato nato a Treviso, Bruna nata a Venezia , data del matrimonio 26 Aprile 1953 .
Osservo l'impiegato che controlla e ricontrolla, poi chiama una collega, poi ne arriva una terza e infine si rivolge a me e leggo anche una certa delicatezza nel parlarmi .
- Signora, i suoi genitori NON risultano sposati .-
Dopo il primo attimo di sbigottimento, sento che un'emozione sorridente mi riempie il cuore così addolorato :
" Come , il mio papà così rispettoso , così attento , sempre alla ricerca di tutelare chi ama, ha scelto di creare una famiglia fuori dal matrimonio ? Negli anni cinquanta ?
Ma chissà perché l'immagine di papà non sposo per un attimo mi è anche piaciuta. Ma allora sono stati insieme solo per Amore ?
Dai , è stato bello pensarci anche se solo per un attimo .
Un papà un tantino scanzonato , fuori dalle righe , mi è piaciuta . Per mamma mi è sembrato meno strano, lei un po’ scanzonata lo è sempre stata. "
Ma cosa mi dicono questi ! Io ho visto le foto del matrimonio dei miei genitori.
Hanno scelto di sposarsi il 26 e non il 25 Aprile, come avrebbero voluto perché oltre alla Festa della Liberazione , a Venezia si festeggia anche San Marco e non erano riusciti ad organizzarsi. Io queste cose le sapevo da sempre , certo che erano sposati.
Ho insistito con l'impiegato , ma povero, proprio non sapeva più che dirmi se non che forse avevo scritto la data sbagliata e di chiedere conferme.
Cerco un telefono a gettoni e chiamo a casa mia mamma .
" Ma ti vol che no sapia che me so sposà el giorno dopo de San Marco ? , go anca el libretto che don Rosolino ghe dava a tuti i sposi per poder andar in viagio de nose da sposai. "
A questo punto non so più che fare e che dire , sto mettendo giù il telefono , quando mia mamma ...
" Speta, forse in Comune i vol ea data de quando se gavemo sposà con Gianquinto ? "
- Gianquinto ? Mamma, ora chi è questo ? -
" El Sindaco che ne ga sposà . Gera el 14 DICEMBRE 1950 . "
- Mamna ma è questa la data che devo dare , non quella del matrimonio religioso . -
" Ma una fia soeo go e anca INSEMENIA , queo se un matrimonio che NO CONTA ! "
Il matrimonio che non conta è stato celebrato in grande velocità , perché in quel periodo, molti impiegati in ferrovia, venivano trasferiti nelle nuove stazioni dell'Italia meridionale che nel primo dopo guerra si stavano attrezzando. Per i trasferimenti sceglievano principalmente gli impiegati che non erano sposati.
In ufficio di mio papà ci furono almeno una decina di matrimoni che NON contano .
Aggiungo, per mia mamma , tutti i sindaci di Venezia li ha chiamati Gianquinto , ma ormai avevo saputo e capito.
Guglielmo , il nonno che non ho conosciuto se non dai racconti dei miei familiari. Partito da Treviso per andare a combattere sulle montagne dell'Altopiano di Asiago .
Un bel ragazzo dagli occhi azzurri che ha trasmesso a tutti i suoi cinque figli . Di lui, ho meno di una decina di foto, ma è diventato mio , il suo distintivo di Mutilato di Guerra dal quale non si separava e mostrava con orgoglio .
Luigi , altro ragazzo del 99 , altri occhi azzurri , la stessa guerra sul Piave. Orgoglioso dell'onorificenza dell' ordine di Vittorio Venero , Cavaliere di Vittorio Veneto, insignita dal presidente Giuseppe Saragat.
Sono diventati di famiglia, i loro ideali, i loro valori, la loro forza, la loro dignità .
E ricordando si ricorda ed è giusto riproporre perché alcune cose non cambiano .
I primi anni di lavoro mi hanno portato ad insegnare in diversi paesi in Veneto e in Friuli poi per una decina d'anni mi sono fermata a Campalto e Villggio Laguna , infine Venezia.
"Mamma ho ottenuto il trasferimento a Venezia , in una scuola della Giudecca , dovrò capire bene dov’è ."
- Lo so io dov’è, è la scuola col bunker in giardino.-
E qui mi si è aperto un nuovo e sconosciuto spaccato della vita di mia mamma che nel 1939 , appena adolescente, è stata assunta alla Junghans , una importante fabbrica tedesca, di orologi. In Europa iniziava la tragedia della Seconda Guerra Mondiale e la fabbrica di orologi venne convertita in fabbrica di guerra . Invece di orologi , si fabbricavano spolette per le bombe.
Quando anche l'Italia entrò in guerra e gli uomini richiamati al fronte, alla Junghans le maestranze erano quasi totalmente femminili . La fabbrica diventò un obiettivo militare e per questo venne deciso di costruire un bunker nel giardino della scuola confinante con la fabbrica .
Inquietante contraddizione : spolette tedesche , per bombe da lanciare contro gli italiani , costruite da italiane . La fabbrica obiettivo militare tedesco nemico da colpire per gli italiani. La guerra è sconvolgente , tutto diventa un delirio .
Mia mamma spesso è corsa al rifugio nel giardino della mia scuola .Ogni giorno mostrava il pass a quattro soldati tedeschi che controllavano il ponte che anch’io attraverso ogni giorno per arrivare a scuola ma per fortuna, ora non servono pass e il ponte e la fondamenta sono animati dall'allegria dei bimbi .
Mia mamma era giovanissima e molto impaurita ma doveva lavorare. In casa erano in sette . Nonno Luigi, capostazione era stato licenziato perché aveva rifiutato di iscriversi al partito fascista e si era improvvisato imbianchino , ma il lavoro era poco e oltre a mamma, c’erano altri quattro figli piccoli. Nel suo racconto, la mamma ha evidenziato i controlli serrati dei soldati , all'interno della fabbrica . Le operaie dovevano lavorare nella loro postazione, a testa bassa , senza soste se non per il pranzo e alla fine della giornata ogni lavoratrice doveva presentare la quantità di lavoro svolto .
A volte qualche ragazza , intonava la strofa di qualche canzone veneziana , ma veniva subito zittita.
Mia mamma l'ha saputo dopo , lei era veramente troppo giovane , ma tra di loro , c’erano delle ragazze che con grande rischio, cercavano di sabotare quelle spolette di bombe destinate ai nostri soldati , e con quei canti, si scambiavano informazioni che l'operazione era andata a buon fine.
Questo è il racconto di mia mamma , notizie che poi ho ascoltato anche da altre sue amiche , e questo è il bunker nel giardino della scuola, ora colorato e decorato , che rimane a testimoniare che la libertà è un grande dono che va custodito .
- LO SO IO DOV' È , è la scuola col bunker in giardino ! -
E si è raccontata la Storia .
"Fin quando avrete nonni in vita, chiedete loro cosa è stato il 25 aprile: ve lo diranno meglio di qualsiasi libro di storia.
Siate sempre come la farfalla gialla che vola sopra i fili spinati."
- Liliana Segre -
È nonno Antonio che ci racconta e metaforicamente ci porta in Riva dei Sette Martiri ... era il 3 agosto del 1944.
- Il nonno Antonio , ti ha mai raccontato che solo per una fortunata fatalità, non ha assistito ad un atroce atto di rappresaglia contro le forze partigiane a Venezia ? A me e alla mamma , l'ha raccontato più volte e sempre con la stessa intensità dolorosa .
La riva che dall'imbocco di Via Garibaldi , va fino a Riva degli Schiavoni, era la Riva dell'Impero . Mussolini aveva voluto così , con intento celebrativo , per fare riferimento alla conquista dell'Impero Italiano .
- Sapete : e il racconto del nonno sembra continuare ...
Prima, c'erano piccoli cantieri e squeri , ora c'è una lunga riva senza parapetto , un prolungamento della Riva degli Schiavoni . Il selciato è in grandi masegni e la parte davanti alla Laguna è in blocchi di pietra d'Istria .
Nonno ha lavorato al cantiere Actv a Sant'Elena e il percorso cantiere e casa era sempre quello : la Riva dell'Impero , tranne per quel giorno che in compagnia di un amico e di una casualità ha cambiato strada .
- Il corpo di un soldato tedesco affiora dalle acque della Laguna, si saprà poi essere annegato perché caduto in acqua ubriaco . Il comando tedesco di Venezia , decise di fucilare per rappresaglia, sette Prigionieri politici , detenuti nelle carceri veneziane di Santa Maria Maggiore . Giovani ragazzi incarcerati per sospetti di essere partigiani , renitenti alla leva o oppositori al regime . La mattina del 3 agosto 1944 i sette giovani , furono legati uno all'altro tra i primi due lampioni della Riva , ai piedi del ponte della Veneta Marina e fucilati .
Prima dell'esecuzione , i soldati tedeschi , rastrellarono più di 500 abitanti della zona che era risaputo essere ad alta concentrazione antifascista , anche per le delazioni dei fascisti e collaborazionisti , OBBLIGANDOLI ad assistere alla fucilazione . I corpi di quei poveri ragazzi , davvero Martiri per la Libertà vennero lasciati esposti per diversi giorni come monito , sorvegliati a vista , dai soldati tedeschi .
- Un'esposizione dolorosa , un martirio che è doveroso ricordare e raccontare alle generazioni più giovani .
" Ma papà , nonno Antonio ha assistito a quella terribile rappresaglia ? "
No , nonno Antonio quel giorno aveva cambiato strada ma è stato un testimone di un tempo senza LIBERTÀ' , GIUSTIZIA , GARANZIA , RAGIONE
e lui dal Cielo lo starà confermando con tutta la sua forte empatia .
Quasi vent'anni fa, con i bimbi della mia classe, abbiamo fatto un'uscita didattica in una fattoria molto grande , appena fuori Preganziol ( Treviso ) e tra le meraviglie di animali , ortaggi, frutta, fiori , che abbiamo potuto conoscere , abbiamo preparato il pane con un Lievito centenario . È stata la prima volta , che ho toccato con mano e conosciuto la storia di questo Lievito che mi ha letteralmente affascinato e che ho sognato di poter riprodurre .
Ai bimbi è stato spiegato, che il Lievito Madre , si prepara nella notte del 24 giugno , che è la più corta dell'anno. Si esce dopo la mezzanotte e si raccolgono le erbette di campo : boraggine , lavanda, rosmarino, tarassaco e altre ,si immergono in una bacinella piena d'acqua e si aspetta che la rugiada di San Giovanni ( il 24 giugno si festeggia il Santo ) , si unisca all'acqua della bacinella così al mattino , sarà pronta , per un nuovo rinfresco al Lievito che rinvigorirà .
Questa tradizione si perpetuava da più di un secolo e il Lievito Madre , preparato con la Rugiada di San Giovanni fa davvero la differenza .
E arrivata a casa , ho voluto provarci . Era fine aprile e non giugno , erbette di campo , a Venezia, un po’ difficile raccogliere , rugiada , introvabile se non tracce di umidità sui masegni , ma la Magia di quel Racconto, il piacere dei bimbi nell'ascoltarlo impastando con gioia il loro pane che poi avremo cotto in un meraviglioso e profumato forno a legna , ha funzionato anche nella mia città .
100 grammi di farina , 50 cl di acqua , un cucchiaino di miele , qualche settimana di rinfreschi per nutrire il lievito e non fargli sentire la mancanza della Rugiada di San Giovanni e da diciotto anni, il Lievitino mi accompagna ovunque. Anche in vacanza , al mare e in montagna , nel suo minuscolo trolley . E devo dire , che i pollini , e l'aria diversa che incontra lo fortifica.