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Visualizzazione post con etichetta Una domanda sulla figura di Babbo Natale. Mostra tutti i post
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mercoledì 6 dicembre 2023






 Oggi è andata così , volevo la  risposta ad una domanda Natalizia , che mi stuzzica da un bel po di Natali ma che poi dimentico  non appena richiudo lo scatolone degli addobbi . 

Allora ho compreso che bisogna prendere la palla , i fili argentati , le lucine intermittenti , al balzo … e iniziare una piccola ricerca su Babbo Natale , partendo dalla data di oggi , San Nicola .


La Storia di San Nicola , la conosco perché ho la fortuna che la Chiesa della mia Parrocchia è dedicata a questo Santo generoso e attento e forse è proprio dalla sua generosità , dalla sua vicinanza e protezione da padre , che si è immaginata la figura così amata , come Babbo Natale . 


Dandomi un po’ da fare , ho trovato una POESIA  speciale , che fa da 

" tassello " allo sviluppo della figura del nostro Babbo Natale .


Da un Folletto dal piglio inquisitorio e tranciante sul giudizio di chi è buono e merita , rispetto a chi non lo è , si passa ad un personaggio simpatico , buono e generoso . 


È una figura dolce , come lo può essere un Portatore di Dolci e Doni e soprattutto , dimostra una straordinaria BONTÀ PATERNA . 


La Poesia che ha iniziato a far emergere Santa Claus- Babbo Natale , è apparsa la prima volta , su un quotidiano di New York , il 23 di dicembre 1823 , un martedì , in forma anonima . 

Venne poi riconosciuta dal suo Autore : Clement Clark Moore, un insegnante di Letteratura Straniera e studioso di Teologia .


In questa Poesia , che ho letto , prima tutta d,un fiato , poi riletta con piacere , ho riconosciuto Babbo Natale , i personaggi che animano il periodo natalizio , ma più di tutto , ho trovato la magia e lo Spirito del Natale che non tramonta , perché anche se si può confondere con una fiaba , ha dei Valori imprenscindibili .


VISIT FROM NICHOLAS 


Era la notte prima di Natale.

Nella casa nulla di nulla si muoveva, neppure un topolino;

Le calze erano appese con cura al camino,

In attesa di San Nicola;

I bimbi stavano accoccolati nei lettini accoglienti

E visioni di prugne zuccherate danzavano nelle loro teste.

E mamma nel suo fazzoletto, e io nel mio berretto,

Avevamo appena spento il nostro cervello per un lungo riposino invernale.

Quando nel prato sortì un gran baccano,

Che balzai su dal letto per vedere cosa stava accadendo.

Scattai verso la finestra in un baleno,

spalancai le imposte, acciuffai una sciarpa.

La luna sulla coltre di neve appena caduta,

illuminava a giorno le cose terrestri;

quando apparì ai miei occhi strabuzzati

una slitta minuscola e otto piccole renne

guidate da un vecchietto, così veloce e gagliardo;

capii in un attimo che doveva essere Lui, San Nicola in persona.

Più veloci delle aquile giunsero le sue renne,

e Lui fischiava e gridava, e le chiamava per nome:


“Su! Dasher, su! Dancer, vieni qui! Prancer e Vixen,

forza! Venite qui! Cupido, corri! Dunder e Blixem;

Sulla veranda! Oltre il muro!

Ora Dash, via! Dash, via! Dash via tutti!”.

Come le foglie secche volano a casaccio prima dell’uragano,

quando urtavano un ostacolo, essi salivano più in cielo;

così le renne volarono su, su, fino al terrazzo,

con la slitta piena di giocattoli – e San Nicola con loro:

E poi, in un batter d’occhio, ho sentito sul tetto

il battere e lo scalpicciare d’ogni piccolo zoccolo.

Era come l’avevo immaginato:

San Nicola è balzato giù dal camino:

Era impellicciato dalla testa ai piedi,

Con gli abiti pieni di fuliggine;

Un sacco ricolmo di giocattoli sulla schiena,

Sembrava un venditore ambulante che mostra la sua merce:

Come brillavano i suoi occhi! Le sue fossette: com’erano allegre,

le sue guance erano come rose, il suo naso come una ciliegia;

La sua piccola bocca sorridente era tesa come un arco,

e la barba sul mento era bianca come neve,

tra i denti teneva stretto il ceppo d’una pipa,

e  una nuvola di fumo gli coronava la testa.

Aveva la faccia larga e una pancia bella rotonda

Che ballonzolava quando rideva, come una ciotola colma di gelatina;

Era paffuto e cicciottello, un vecchio folletto allegro. E ho riso quando l’ho visto, mio malgrado;

Con un occhiolino e un cenno del capo

Mi fece capire che non avevo nulla da temere.

Non disse una parola, fece solo il suo lavoro.

E riempì tutte le calze; poi si girò di scatto,

appoggiando l’indice sul naso mi tacque

e con un cenno del capo ritornò su per il camino.

Balzò sulla slitta, richiamando con un fischio la sua squadra,

e tutti volarono via come il fondo d’un cardo:

ma l’ho udito esclamare mentre spariva dalla mia vista –


“Buon San Nicola e buon Natale  a tutte e a tutti”.