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martedì 19 novembre 2024

Un materasso e la peste











 1630 anche a Venezia scoppia la peste , la peste bubbonica come Manzoni ha ben descritto nel suo capolavoro . 


Ma come fu possibile se già a quell'epoca, la città di Venezia faceva normalmente uso della quarantena per tutti coloro che arrivavano in città da Paesi considerati a rischio ? 


Io ho due versioni : la prima che mi ha raccontato la mia maestra dell'asilo , e che ho portato con me sempre , e anche ora non smentisco , la seconda un po’ più storica , un po’ più provata , un po’ più sicura , perché porta anche il nome e cognome del primo che portò la peste nella città lagunare . 


La signorina Bice , per affettuose strategie pedagogiche , ci spiegava , che la peste , era arrivata nella nostra città , con un materasso . 

Una famiglia di pescatori , poverissima , che viveva in una casetta con il tetto di paglia , in riva alla Laguna , un mattino , trovò un materasso portato a riva dalle onde del mare . Per loro era un piccolo tesoro che avrebbero potuto vendere e così fecero . 


Lo lasciarono alcuni giorni ad asciugare al sole , poi il marito lo caricò sulla sua barchetta a remi , e lo portò al Mercato di Rialto , dove qualcuno lo comprò . Nessuno avrebbe mai potuto immaginare , che quel materasso era appartenuto ad un marinaio , morto di peste , il cui corpo era stato gettato in mare ,  materasso compreso , approdato poi sulla spiaggia proprio vicino alla cassetta del pescatore . 

Questa storia , della maestra Bice , ha preceduto per tre anni la Festa della Salute , e per me è rimasta agganciata a quel materasso .


Faccio una confidenza : anch’io ai miei bimbi , a scuola l'ho raccontata , aggiungendo sottovoce " c'è però una interpretazione più storica " , ma questo proprio a bassissima voce , perché poi in palestra era anche bello vederli interpretare , la nave pirata , che arrivava da lontano , il povero marinaio gettato in mare , e il tappetino della palestra , approdare sulla spiaggia , vicino alla casetta del pescatore … 


La Storia invece lascia una traccia sicura . 

A Venezia , la quarantena era obbligatoria  e di norma, a questa regola non sfuggiva nessuno.  

Chi era da considerarsi a rischio doveva trascorrere i suoi quaranta giorni di isolamento o nei lazzaretti della città, oppure, per i mercanti, direttamente sulle loro navi. Ma, ad ogni regola c'è sempre un'eccezione e in questo caso, è rappresentata dal marchese De Strigis, ambasciatore del duca di Mantova. 

A lui , fu concesso, in via del tutto eccezionale, di trascorrere la sua quarantena sull'isola di San Clemente. Il Senato, per garantirne però un maggior isolamento, decise di far costruire una palizzata da un falegname il quale, entrando in contatto con il diplomatico, fu contagiato, dando così inizio alla terribile diffusione dell'epidemia che nel giro di soli tre mesi causò la morte di circa 46 mila persone su una popolazione di circa 142 mila …


Ma che ne potevano sapere i bimbi di 3/4/5;anni , di un Ambasciatore , di un Duca , di una quarantena ?  

Vogliamo mettere il fascino di  un materasso arrivato dal mare , un marinaio ammalato , una nave di Pirati ? 

Non se ne discute nemmeno !

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