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giovedì 18 aprile 2024










 Devo ricordarmi di … devo ricordarmi che … devo ricordarmi dove … niente , meglio  segnare sul calendario , opportuno prendere un appunto , sicuramente preparare una lista giova . 


Ed è a questo punto , che la mente , che è un po’ la "pazza di casa " , inizia a far riaffiorare un ricordo , anzi un NODO .


Nonna Alba Chiara e i suoi nodi sul fazzoletto . Li avevo dimenticati e ora sorrido , perché con il pensiero l'ho rivista , con i suoi colorati grembiuli , che indossava , per "rispettare " gli abiti che ricoprivano , che si cuciva lei , e che avevano due grandi tasche porta tutto . 


" In famegia , tutte e donne usava far i gropi sui pinsi dei fassoeti par ricordarsi e so robe . Poche SAVEVA SCRIVER , ma e se ingegnava sensa aver bisogno de nessun . El Signor ne ga dà ea ragion e xe giusto usarla , se ragiona anca sensa aver poduo far tante scuoe. " 


Straordinarie le famiglie dei nostri vecchi , bellissimi i racconti che ci hanno consegnato , sono preziose biblioteche di memorie e insegnamenti . 


I genitori di Alba Chiara , i miei bisnonni di Treviso , hanno avuto molti figli , il numero preciso non lo conosco , so che dopo il primogenito Antonio Bortolan , una epidemia di difterite , nel giro di poche settimane ha spento la vita di due o addirittura tre figlioletti . La mia bisnonna , Teresa  , per reggere alla disperazione e avendo ancora tanto amore da donare , si è affidata alla Ruota degli Esposti . 


Con nonna sono andata spesso a Treviso , mi ha portato nella Piazza di Santa Maria dei Battuti , naturalmente la Ruota degli Esposti , non c'era più , ma il luogo era quello e mi ha sempre emozionato pensare che la seconda culla di nonna , era stata proprio là . 

Penso anche , che neppure re Sole abbia avuto una culla così grandiosa , monumentale , maestosa , come la prima che a Possagno ha accolto Alba Chiara . Ero davvero piccina e quando mi hanno portato a visitare il Tempio di Canova , mi misuravo con le colonne e il mio sguardo arrivava al cielo . La mia bisnonna Angela Cunial , aveva affidato la sua bimba , sicura che l'avrebbero accolta e curata . Alba Chiara la pensava così . 


Ma ritorno a Teresa . 

La Ruota le ha donato una bimba bionda con gli occhi azzurri come il cielo . Pochissime formalità e Alba Chiara era già tra le braccia della sua mamma del cuore . Nonna non aveva ricevuto il nome scelto dall’Istituto di Santa Maria dei Battuti , perché era già stata battezzata e registrata a Possagno , dai frati del Tempio di Canova , i nuovi genitori avrebbero potuto farla registrare all'anagrafe con il loro cognome , ma non avevano il denaro per pagare questa pratica che sarebbe dovuta avvenire davanti ad un notaio . Mia nonna lo chiamava Notarius , forse era così che lo sentiva nominare dai suoi , ma un cognome non è un deterrente per essere famiglia , e lei rimase Alba di cognome , Chiara di nome , e tutto si trasformò in Alba Chiara , nome doppio e il mistero del cognome , lo scoprì solo durante l'appello , in prima elementare quando si trovò nella pluriclasse col fratello Antonio . 


La mia bisnonna Teresa , ebbe altre due figlie , Rosa e Maria , una bella famiglia molto molto  povera ma straordinariamente ricca di affetti . 


Ma torno al nodo sul fazzoletto , anche se un po’ vago ancora tra i ricordi . 


La povertà prevede scelte che non si possono né discutere , nè criticare , è così e basta . Antonio riuscì conseguire la licenza di Terza Elementare poi a otto anni , diventò garzone in una Bottega di Ciabattino e inizio la sua professione che lo portò a diventare un bravissimo Calzolaio e produttore di calzature fatte a mano . 

Alba Chiara , come tutte le bambine di quel tempo , frequentò la scuola fino all'esame di seconda elementare poi è diventata un aiuto , per la mamma Teresa nei suoi piccoli lavori di sartoria . 

Maria iniziò per qualche mese la prima elementare , riuscì ad imparare a scrivere il suo nome e cognome , come diceva lei : " L'ABC " , poi da autodidatta imparò dal sillabario di nonna e riuscì a leggere . A sette anni , con la sua bicicletta , portava i giornali che arrivavano in Stazione , alle varie edicole vicine . 

Rosa , ultima sorella non andò mai a scuola e non imparò mai a leggere e scrivere , ma sfruttò la sua bella intelligenza per diventare una donna risolta , una mamma e nonna attenta e affettuosissima . 


Sicuro che un bel nodo , dovrò farlo anche al mio fazzoletto , perché ho iniziato questo post , ma ora non ne ricordo più il successivo percorso , se non che di necessità si fa virtù . 


Erano tempi in cui SCRIVERE non era così consueto . Per casa girava forse qualche matita , a volte ridotta ad un mozzicone , perché la punta veniva rifatta con un coltello e il lapis si consumava velocemente . 


Quaderni ? Album ? Block notes ? Proprio no . 

Nonna mi diceva che la sua mamma , conservava i foglietti dove i negozianti facevano il conto e al bisogno , li usava sul retro .

Ecco il perché dei NODI al fazzoletto … 


Devo ricordarmi DI … ed ecco che il nodo diventava un appunto .

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