È la storia di una dama senza tempo che ferma nella sua piccola aiuola di porcellana , ha percorso un lungo tratto di vita familiare .
L'abito aristocraticamente appena sollevato da una mano delicata , nell'altra , un bouquet simile ai piccoli mazzi di fiori , che ornano la gonna di un azzurro delicatissimo , forse sbiadito , forse stinto dal passare del tempo che lascia pennellate di storia .
Lo sguardo è abbassato come si conviene , ma vivace . Occhi scuri , intelligenti , che progettano . Labbra serrate ma ammorbidite nella forma . Il suo nome sarà forse Eloisa , Duchessa Eloisa di Venezia , meglio dire nobildonna Eloisa .
Eh sì , dovevo ad Eloisa una collocazione adeguata , si insomma , dovevo impreziosirla .
Corsia rossa ? Cuscino di velluto ? Drappi di raso ?
No, un centrino può fare al caso mio e di Eloisa .
La vera storia di questa Damina inizia il giorno del matrimonio dei miei suoceri . È stato un dono di nozze molto caro per nonna Anna Maria :
la Damina e il suo Cavaliere che però poi, si è perduto andando alla ricerca di chissà quali avventure .
E niente , da una Damina , si arriva ad un centrino che un po’ la valorizza , ma io arrivo anche al lato molto nascosto , emozionale , affettivo e romantico di mio marito , che dalla casa dei suoi genitori , l’ha portata a casa nostra :
" Alcune cose non si possono eliminare. "
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