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giovedì 21 novembre 2024

Un 21 novembre , una storia …






 Certamente il giorno è il 21 , il mese è novembre . 


Giorno della Salute , la Madonna dei veneziani e di chi abita una Venezia di Terraferma  che in qualche modo , ha radici nella tradizione veneziana . 


Giornata così limpida e soleggiata che non fa percepire il freddo caratteristico di questo periodo e infatti diventa piacevole recarsi in Basilica scegliendo il percorso che costeggia il Canale della Giudecca . Noi partiamo da casa dopo il lavoro , verso le 16 e ci uniamo al lungo serpentone di Fedeli che si avviano alla Salute . 


Tutto è come sempre , è un filo che lega generazioni i veneziani di tutte le età . I colori dei palloncini  , il profumo di zucchero filato e frittelle , il biancore delle candele , il Ponte Votivo che attraversa il Canal Grande ,da Santa Maria del Giglio alla Salute ... E c'è la nostra Madonna . 


La visita in Basilica sempre intensa , fatta con animo grato e fiducioso . L'accensione delle candele e seguendo la scia degli altri fedeli , si raggiunge l'uscita . 


Buio , freddo , nebbia fittissima , impenetrabile e tutto è avvenuto in meno di un'ora .


Sulla scalinata della Basilica c'è una signora, abbastanza avanti con gli anni , bella , molto elegante ma non so perché ci è sembrata disorientata , così ci siamo avvicinati a lei . 


La vediamo preoccupata forse più che preoccupata , si gira su se stessa come non sapesse che fare e dove andare in questa Venezia senza più mezzi acquei perché la nebbia blocca motoscafi e vaporetti . 


Mi prende sotto braccio e scendiamo la scalinata della Chiesa . Avverto la stretta del suo braccio e la morbidezza della sua pelliccia . La osservo meglio , è davvero "vestita a Festa " come si conviene per una Festa così importante . 


Indossa una bellissima pelliccia di visone e il cappellino è uguale . Porta una borsa a mano di pelle , ma quello che mi colpisce sono le scarpe a mezzo tacco ( una volta la misura dei tacchi la sentivo chiamare così : raso terra , mezzo tacco , tacco alto , tacco a spillo ), indossate su sottilissime calze di nailon . 


Ci incamminiamo , ancora non sappiamo per dove , poi finalmente la signora inizia a parlare e diventano storie un po' conosciute , un po' familiari , un po' sconosciute . 


" Me basta rivar casa per e sette , cussì me Fìoi non sta in pensier , ma chi podeva pensar che dal sol alto rivasse Caìgo fisso .  I me dise che posso ndar in Ciesa dea Saiute a Mestre , ma che discorsi xe mai questi , na venessiana gà ea so bea Ciesa . No me pareva Bon no vignir sto anno . " 


Le chiediamo dove preferisce che l'accompagniamo , anche se è scontato che è Piazzale Roma , e strada facendo , lentamente , tra calli , ponti , e fondamenta riempite di nebbia ci avviamo . 


La nebbia evidenzia il profumo che la signora indossa , è la Lavanda Linetti , come quello di mamma . Ci racconta che si è trasferita a Mestre da pochi anni per avvicinarsi ai figli . 

Prima abitava in Campo San Polo . La casa di Mestre , si bella , nuova , ma le manca tutto di Venezia e non può neppure dirlo più di tanto ai figli , perché si dispiacciono che non si senta a casa dato che è vicina a loro . La spesa a Rialto o in Terrà San Leonardo . Ora ha il mercato di Mestre due volte alla settimana , ma attraversa la strada solo dove c'è l'omino verde che le dice passa . 


Ci metto un po' ad intuire che non stiamo parlando dei famosi Alieni di Terraferma, ma di semafori pedonali . 


Da quando è a Mestre non ha più preparato ea Castradina , non c'è più il contesto . Sorrido perché penso proprio al macellaio del Terrà San Leonardo che in prossimità della Salute appende il cartello : 

OGGI CASTRÀ . 


Le chiediamo se ha piacere di fermarsi a prendere un caffè , ma capiamo il suo desiderio di arrivare , prima che i figli si potessero accorgere che non era in casa . La guardo e capisco che Venezia è nel suo cuore che pur è riempito dall'amore dei suoi cari e mi intenerisce ... NON avrebbe potuto mancare al Pellegrinaggio alla Salute . Quanta bella devozione mi ha trasmesso , quanto amore per la sua Madonna Veneziana . 


Piano piano siamo arrivati a Piazzale Roma . L'abbiamo fatta salire sull'autobus 12 , ci siamo salutate con un abbraccio . 

Missione compiuta , lei sarebbe arrivata prima delle diciannove e noi di corsa da un' altra nonnina che ci aspettava per ricevere gli auguri di compleanno . 


Tanti auguri celesti nonna Chiara tutti i nostri abbracci  ti arrivano  in Paradiso , dove non c'è mai nebbia solo tanta luce .

martedì 19 novembre 2024

Un materasso e la peste











 1630 anche a Venezia scoppia la peste , la peste bubbonica come Manzoni ha ben descritto nel suo capolavoro . 


Ma come fu possibile se già a quell'epoca, la città di Venezia faceva normalmente uso della quarantena per tutti coloro che arrivavano in città da Paesi considerati a rischio ? 


Io ho due versioni : la prima che mi ha raccontato la mia maestra dell'asilo , e che ho portato con me sempre , e anche ora non smentisco , la seconda un po’ più storica , un po’ più provata , un po’ più sicura , perché porta anche il nome e cognome del primo che portò la peste nella città lagunare . 


La signorina Bice , per affettuose strategie pedagogiche , ci spiegava , che la peste , era arrivata nella nostra città , con un materasso . 

Una famiglia di pescatori , poverissima , che viveva in una casetta con il tetto di paglia , in riva alla Laguna , un mattino , trovò un materasso portato a riva dalle onde del mare . Per loro era un piccolo tesoro che avrebbero potuto vendere e così fecero . 


Lo lasciarono alcuni giorni ad asciugare al sole , poi il marito lo caricò sulla sua barchetta a remi , e lo portò al Mercato di Rialto , dove qualcuno lo comprò . Nessuno avrebbe mai potuto immaginare , che quel materasso era appartenuto ad un marinaio , morto di peste , il cui corpo era stato gettato in mare ,  materasso compreso , approdato poi sulla spiaggia proprio vicino alla cassetta del pescatore . 

Questa storia , della maestra Bice , ha preceduto per tre anni la Festa della Salute , e per me è rimasta agganciata a quel materasso .


Faccio una confidenza : anch’io ai miei bimbi , a scuola l'ho raccontata , aggiungendo sottovoce " c'è però una interpretazione più storica " , ma questo proprio a bassissima voce , perché poi in palestra era anche bello vederli interpretare , la nave pirata , che arrivava da lontano , il povero marinaio gettato in mare , e il tappetino della palestra , approdare sulla spiaggia , vicino alla casetta del pescatore … 


La Storia invece lascia una traccia sicura . 

A Venezia , la quarantena era obbligatoria  e di norma, a questa regola non sfuggiva nessuno.  

Chi era da considerarsi a rischio doveva trascorrere i suoi quaranta giorni di isolamento o nei lazzaretti della città, oppure, per i mercanti, direttamente sulle loro navi. Ma, ad ogni regola c'è sempre un'eccezione e in questo caso, è rappresentata dal marchese De Strigis, ambasciatore del duca di Mantova. 

A lui , fu concesso, in via del tutto eccezionale, di trascorrere la sua quarantena sull'isola di San Clemente. Il Senato, per garantirne però un maggior isolamento, decise di far costruire una palizzata da un falegname il quale, entrando in contatto con il diplomatico, fu contagiato, dando così inizio alla terribile diffusione dell'epidemia che nel giro di soli tre mesi causò la morte di circa 46 mila persone su una popolazione di circa 142 mila …


Ma che ne potevano sapere i bimbi di 3/4/5;anni , di un Ambasciatore , di un Duca , di una quarantena ?  

Vogliamo mettere il fascino di  un materasso arrivato dal mare , un marinaio ammalato , una nave di Pirati ? 

Non se ne discute nemmeno !

Quattro mani ? No due mai e due guanti doppi .






 E di un gomitolo di lana , non si butta via niente . 


Abbiamo capito che quello che si può utilizzare sempre senza sprechi , diventa prezioso .


Due gomitoli di lana bianca , avanzati da una sciarpa , sono sono diventati un paio di scaldamano DOPPI, in onore di Mastro GELO, che prima o poi inizierà a farsi  sentire .


Ho montato 40 punti, e  altri 40 punti, sullo stesso ferro, e lavorato a maglia rasata, perchè, dato che avevo 2 gomitoli, li ho lavorati, contemporaneamente entrambi . 


Una volta  finiti, li ho pesati, per confrontarli con la lana che avevo avanzato. 


Era possibile farne un altro paio ,ma  2 paia identici non avrebbero avuto la stessa utilita' di un  PAIO di SCALDAMANI DOPPI ( anche se a volte penso, che avere 4 mani, non mi dispiacerebbe )


E detto fatto eccoli, molto caldi , cicciotti e vezzosi perché li ho rifiniti con le poche gugliate di lana sfumata un tenero Avanzo di Lana , di molti molti anni fa , che mi riporta ad un colorato negozietto di montagna sulle Alpi del Nevegal .

lunedì 18 novembre 2024

In una Piazzetta piccina picció




 Allora, decidiamo di partire dai Bambini ? 

Decidiamo di tutelarli soprattutto con esempi di buon senso . Decidiamo di farli specchiare in atteggiamenti adeguati alle situazioni .

Decidiamo di insegnare loro, le regole applicandole per primi .


Forse è proprio ora di cambiare noi per aiutare loro . 


In una piazzetta piccina picciò di Gallio , c'è un murales colorato, un po' naïf, un po' meravigliosamente infantile, molto vero.

Forza Venezia FC




 Amore è …


Un filo arancio , nero , verde .

domenica 17 novembre 2024

Cappellini anche porta chiavi










 Svuota avanzi e riempi Albero di Natale 🌲


Chiudi pacco , chiudi tappo , portachiavi … semplicemente simpatici .

Allora , TANTO DI CAPPELLINO 🧢

Una foto un po’ profetica


 Una nipotina SÌ , e una NO , proprio NO , ma futura NUORA . 


L'invenzione della ruota non c’entra , ma le situazioni girano eccome se girano e alla fine tutto va come deve andare . 


Di tanto in tanto , mi capita di riaprire  una scatola piena di fotografie che occhieggia dentro l'armadio . Amo le fotografie in tutti i loro scatti  :  precisi pasticciati , confusi, artistici , scarabocchiati , emotivi . 


Ecco soprattutto emotivi , quelli che permettono di leggere tra le righe , anche situazioni non conosciute nella realtà , magari solo raccontate e che  la fotografia ha fissato . E c’è il tempo giusto da dedicare a quelle piccole cose che piacciono così tanto da alleggerire la realtà del momento ... un po’ come i sogni che abbelliscono la realtà . 


Il tempo giusto è stato ora , poco fa e un bel racconto di foto in bianco e nero , ha avuto inizio . 


Sono foto della famiglia di nonna Anna Maria e nonno Antonio , i genitori di mio marito raccolte in molti anni . Tutte in bianco e nero e molte precedenti alla nascita di Roberto , Gianni e Claudio . 


Alcuni volti sconosciuti,  ma familiari per la somiglianza ad altri che ci hanno accompagnato nel corso degli anni , molti altri affettivamente conosciuti e riconosciuti con piacere . 


Foto raccolte in pacchettini legate da elastici , fotografie dentro buste un po’ ingiallite dal tempo ,altre sparse sul fondo della scatola , alcune con una data e qualche nome  scritto frettolosamente sul retro . 


Sciogliere i pacchettini dagli elastici , estrarre le  foto dalle buste , è meno immediato che raccogliere le foto sparse e iniziare intanto a guardarle ed è questo che ho fatto anche con un po’ di emozione , perché  si sa, avere tra le mani , foto in bianco e nero , con i bordi ondulati , un po’ sbiadite , un po’ segnate dal tempo , significa ricordare , ritrovare, sentire alcune mancanze ... ma anche stupirsi , sorridere , anzi proprio ridere come è successo a me , oggi con una foto in mano . 


" Ma questa SONO IO . Mi riconosco . So tutto di quella cuffietta , di quel golfino bianco fatto a ferri da mia mamma a punto Nido d'Ape , molto adatto per i bambini perché morbido e caldo . Il vestitino azzurro fatto da zia Lilli e le prime scarpine che mamma definiva di Pelle di Guanto . E l'altra bimba , la mia cuginetta Gabriella . Ma cosa ci farà mai , una mia fotografia di bimba piccolissima , tra i ricordi dei miei suoceri ?" 


Ecco l'invenzione della ruota che proprio non c’entra nulla , ma è la Vita che gira e segue disegni che segnano strade , che molto spesso si incontrano e danno il significato e il titolo ad una foto  : 

" Agli zii , Anna Maria e Antonio , con affetto la vostra nipotina Gabriella . " 


Regalare agli zii , una foto dove qoltre alla nipotina , c’è anche un'altra bimba che non ha alcun legame di parentela , è poco consueto , ma a volte diventa PROFETICO  ed è così che io , IN TEMPI NON SOSPETTI , sono capitata tra le foto dei nonni . 


Ricapitolo l'albero genealogico , anzi la faccio breve , il bonsai genealogico : 

Io e Gabriella siamo cugine , i nostri papà sono fratelli  , lei è nipote dei nonni perché la sua mamma è sorella di nonno Antonio , quindi cugina di Roberto , mio marito . 


Tra i mesi di giugno , luglio e agosto dello stesso anno , siamo nati tutti e tre ... una cugina in comune , senza mai scoprirlo , conoscerci , incontrarci per diciassette anni , quando , si va beh , ma questa è un'altra storia . 


Il titolo , si  ... devo trovare il Titolo per riordinare e catalogare anche questa fotoq* ...

- Una Nipotina e una futura NUORA . 


Si è bellissimo , straordinario , simpatico e molto divertente .