Certamente il giorno è il 21 , il mese è novembre .
Giorno della Salute , la Madonna dei veneziani e di chi abita una Venezia di Terraferma che in qualche modo , ha radici nella tradizione veneziana .
Giornata così limpida e soleggiata che non fa percepire il freddo caratteristico di questo periodo e infatti diventa piacevole recarsi in Basilica scegliendo il percorso che costeggia il Canale della Giudecca . Noi partiamo da casa dopo il lavoro , verso le 16 e ci uniamo al lungo serpentone di Fedeli che si avviano alla Salute .
Tutto è come sempre , è un filo che lega generazioni i veneziani di tutte le età . I colori dei palloncini , il profumo di zucchero filato e frittelle , il biancore delle candele , il Ponte Votivo che attraversa il Canal Grande ,da Santa Maria del Giglio alla Salute ... E c'è la nostra Madonna .
La visita in Basilica sempre intensa , fatta con animo grato e fiducioso . L'accensione delle candele e seguendo la scia degli altri fedeli , si raggiunge l'uscita .
Buio , freddo , nebbia fittissima , impenetrabile e tutto è avvenuto in meno di un'ora .
Sulla scalinata della Basilica c'è una signora, abbastanza avanti con gli anni , bella , molto elegante ma non so perché ci è sembrata disorientata , così ci siamo avvicinati a lei .
La vediamo preoccupata forse più che preoccupata , si gira su se stessa come non sapesse che fare e dove andare in questa Venezia senza più mezzi acquei perché la nebbia blocca motoscafi e vaporetti .
Mi prende sotto braccio e scendiamo la scalinata della Chiesa . Avverto la stretta del suo braccio e la morbidezza della sua pelliccia . La osservo meglio , è davvero "vestita a Festa " come si conviene per una Festa così importante .
Indossa una bellissima pelliccia di visone e il cappellino è uguale . Porta una borsa a mano di pelle , ma quello che mi colpisce sono le scarpe a mezzo tacco ( una volta la misura dei tacchi la sentivo chiamare così : raso terra , mezzo tacco , tacco alto , tacco a spillo ), indossate su sottilissime calze di nailon .
Ci incamminiamo , ancora non sappiamo per dove , poi finalmente la signora inizia a parlare e diventano storie un po' conosciute , un po' familiari , un po' sconosciute .
" Me basta rivar casa per e sette , cussì me Fìoi non sta in pensier , ma chi podeva pensar che dal sol alto rivasse Caìgo fisso . I me dise che posso ndar in Ciesa dea Saiute a Mestre , ma che discorsi xe mai questi , na venessiana gà ea so bea Ciesa . No me pareva Bon no vignir sto anno . "
Le chiediamo dove preferisce che l'accompagniamo , anche se è scontato che è Piazzale Roma , e strada facendo , lentamente , tra calli , ponti , e fondamenta riempite di nebbia ci avviamo .
La nebbia evidenzia il profumo che la signora indossa , è la Lavanda Linetti , come quello di mamma . Ci racconta che si è trasferita a Mestre da pochi anni per avvicinarsi ai figli .
Prima abitava in Campo San Polo . La casa di Mestre , si bella , nuova , ma le manca tutto di Venezia e non può neppure dirlo più di tanto ai figli , perché si dispiacciono che non si senta a casa dato che è vicina a loro . La spesa a Rialto o in Terrà San Leonardo . Ora ha il mercato di Mestre due volte alla settimana , ma attraversa la strada solo dove c'è l'omino verde che le dice passa .
Ci metto un po' ad intuire che non stiamo parlando dei famosi Alieni di Terraferma, ma di semafori pedonali .
Da quando è a Mestre non ha più preparato ea Castradina , non c'è più il contesto . Sorrido perché penso proprio al macellaio del Terrà San Leonardo che in prossimità della Salute appende il cartello :
OGGI CASTRÀ .
Le chiediamo se ha piacere di fermarsi a prendere un caffè , ma capiamo il suo desiderio di arrivare , prima che i figli si potessero accorgere che non era in casa . La guardo e capisco che Venezia è nel suo cuore che pur è riempito dall'amore dei suoi cari e mi intenerisce ... NON avrebbe potuto mancare al Pellegrinaggio alla Salute . Quanta bella devozione mi ha trasmesso , quanto amore per la sua Madonna Veneziana .
Piano piano siamo arrivati a Piazzale Roma . L'abbiamo fatta salire sull'autobus 12 , ci siamo salutate con un abbraccio .
Missione compiuta , lei sarebbe arrivata prima delle diciannove e noi di corsa da un' altra nonnina che ci aspettava per ricevere gli auguri di compleanno .
Tanti auguri celesti nonna Chiara tutti i nostri abbracci ti arrivano in Paradiso , dove non c'è mai nebbia solo tanta luce .